Buona insorgenza a tuttə!

Fuorimercato – Autogestione in movimento

L'ultimo articolo pubblicato nel 20121 da questo sito è stato il bellissimo post del Collettivo dei lavoratori della GKN. Abbiamo spesso ripreso i loro comunicati e abbiamo partecipato ogni volta che ci è stato possibile alle loro iniziative.

Lo abbiamo fatto perché, lo ammettiamo, ci siamo innamoratə di loro e della loro lotta. E non perché aspettavamo che finalmente la classe operaia “novecentesca” battesse un colpo, tantomeno perché crediamo ad una qualche centralità dell'operaio della fabbrica come soggetto di chissà quale ricomposizione. E decisamente non facciamo una graduatoria delle lotte sulla base di chissà quale purezza o visibilità.

Semplicemente abbiamo visto in loro e nella loro lotta un segnale che avevamo già intravisto e intuito nella nostra pratica mutualista e conflittuale; ci siamo riconosciutə nella loro parola e nel loro partire dalla loro condizione materiale, sociale e politica per parlare a tuttə lə altrə.

Ci siamo riconosciutə in chi saluta il 2021 scrivendo di aver “visto quanto la lotta dipenda anche dalla persona che sei e come lottando definisci la persona che sei. Abbiamo visto che quando si lotta appiccicati, ognuno deve prendersi cura dell’altro. E come la cura reciproca sia elemento imprescindibile del provare a stare tutti i giorni in piedi, tutti i giorni uniti. L'individualismo è un lusso che noi non possiamo più permetterci”. E che ci ricordi aver “Abbiamo visto che per insorgere era necessario convergere. E che non era possibile convergere senza insorgere”.

Il 2021 è stato un ennesimo anno difficile, dove il protrarsi della diffusione della pandemia e l'emergenza continua sono riusciti a rendere estremamente facile al governo “dei migliori” portare avanti politiche liberiste nascoste dietro qualche spicciolo destinato ai vari “bonus” distribuiti senza alcun criterio sociale e coperte dai provvedimenti in materia di “lotta alla pandemia”.

Tantissime sono state le lotte che, come quella dei lavoratori della GKN, hanno messo al centro la difesa del proprio lavoro, della propria dignità – rivendicando reddito, giustizia sociale, un nuovo welfare e un rilancio della sanità pubblica.

Eppure sui principali mezzi di informazione e nelle parole dei vari ministri sembra che l'unico movimento che hanno notato sia stato quello delle mobilitazioni No Green pass/NoVax. Il loro migliore incubo, quello su cui riversare attenzioni smodate e da indicare come pericolo numero uno (e questo al di là dei numeri, del contesto e sicuramente dei contenuti della loro – sinceramente inaccettabile – protesta).

Le reazioni alla dichiarazione di sciopero generale di Cgil e Uil sono state in questo senso esemplari, divise tra il fingersi scandalizzati e ridicolizzare la scelta come “novecentesta” e fuori dal tempo.

Fuorimercato ha provato a stare in alcune di quelle lotte, senza voler insegnare nulla, ma facendosene parte, sostenendole, costruendole giorno per giorno, soggettə coinvoltə direttamente insieme a chi stava mobilitandosi. Costruendo giorno per giorno con loro una relazione che facesse scomparire proprio quel “noi e loro” che rende impossibili intersezioni e convergenze. Lo abbiamo fatto mettendo al centro “la cura e le economie FuoriMercato” durante l’assemblea nazionale dal 3-5 Settembre a Cinisi (Pa), a fianco dei braccianti migranti a Campobello di Mazara, a Mondeggi a fianco di contadini e contadine, a Campi Bisenzio a fianco del collettivo di fabbrica della GKN a cui oltre al nostro sostegno incondizionato abbiamo messo a disposizione “La Sambuca operia-Insorgiamo” come strumento di solidarietà ed esempio di lavoro in autogestione, a Bari, Nardò, Milano, Casoria promuovendo l’agroecologia e i beni comuni. E insieme ad altrə in tanti altri luoghi, nelle piazze degli scioperi e delle mobilitazioni contro il cambiamento climatico, contro la violenza alle donne e per la giustizia sociale internazionale - così come negli spazi recuperati e trasformati in bene comune dove sperimentare relazioni e conflitto..

Per questo pensiamo che ripartire non significa cominciare da zero, ma da quello che è abbiamo pensato e fatto in questi anni, dalle relazioni di aiuto, sostegno, cura reciproca, attenzione ai bisogni sociali – come sempre spuri, contraddittori, a volte difficili da gestire.

E anche noi abbiamo diverse domande da porci per questo 2022: dove andiamo? come ci andiamo? con chi vogliamo andarci?

Domande che insieme ne portano un'altra, sempre più importante: come facciamo ad essere più efficaci, a vincere da qualche parte per ricordare a tuttə che si può vincere, che non siamo destinati ad una perenne sconfitta, e che conquistare parola, spazi, dignità e risultati concreti è possibile imparando lə unə dallə altrə. Decisiva sarà anche la diffusione – organizzata e solidale – di spazi pubblici dove sperimentare e socializzare formazione, cura, attivismo sociale solidale. Dove convergere per insorgere, dove convergergere perché insortə.

 

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